interventi del presidente
Difendiamoci da abusivismo e contraffazione
Oggi, grazie anche alle sollecitazioni che abbiamo inviato in questi anni alla nostra

Confederazione, l'intero territorio nazionale è sensibilizzato contro l'abusivismo in tutte le sue forme. Perché la contraffazione e l'abusivismo commerciale su aree pubbliche è la parte più visibile di un abusivismo più ampio e circostanziato che chiama in causa contraffazione, pirateria, sommerso e altro ancora.
Abusivo è anche il finto spaccio aziendale e i falsi mercatini degli hobbisti, il bed & breakfast che in realtà è un affittacamere pur senza avere i costi e gli oneri dei veri affittacamere o l'affittacamere che invece è un albergo.
I tanti agriturismo spuntati come funghi in questi ultimi anni e che sono invece veri e propri ristoranti o i mercatini a chilometro zero, che di “zero” hanno ben poco se vado a vedere i prodotti che vendono.
Chi si spaccia per guida turistica pur senza esserne autorizzato ed accompagna i gruppi di turisti in giro per Venezia senza regole, ostacolando la viabilità con pericolosi intasamenti soprattutto sui ponti.
E l'elenco potrebbe continuare ancora per molto.
I dati che vi sono stati presentati denotano una situazione a dir poco preoccupante.
Un fenomeno che non solo sopravvive alla crisi economica per la sua connotazione di forte clandestinità e di elusione dei costi e delle sanzioni, stante l'irreperibilità dei trasgressori, che nel tempo si è sviluppato sia in termini di offerta di nuovi prodotti sia di presenza diversificata di etnie.
Da più di 20 anni a Venezia ha messo radici una tipologia di commercio irregolare, oggi più invasivo e “arrogante” o dovrei dire una forma di criminalità difficile da estirpare.
Dal rapporto annuale sull'attività della Polizia Municipale del Comune di Venezia risulta che nel 2012 i venditori abusivi sanzionati sono stati 3.696 con un aumento del 45% rispetto all'anno precedente. Non ci dicono però quante di queste sanzioni sono state effettivamente riscosse.
I sequestri effettuati sono stati complessivamente 1.691 con un aumento del 39% rispetto al 2011. Di questi 264 riguardavano merce contraffatta con un aumento del 28% rispetto sempre al 2011.
Gli oggetti sequestrati sempre nel 2012 sono stati complessivamente 91.630 di cui 3.142 sono stati oggetto di sequestro penale, con un aumento complessivo rispetto al 2011 del 23%.
E i rilievi del primo trimestre del 2013, comunicati dalla Prefettura di Venezia confermano la tendenza in aumento del fenomeno, giustificando quindi la nostra preoccupazione sugli interventi di contrasto.
Abusivismo, intendendo con ciò non solo il commercio ambulante abusivo ma anche la vendita di merce contraffatta, compresa la contraffazione alimentare e di medicinali, e l'utilizzo non autorizzato del suolo pubblico, i trasporti abusivi e in generale tutte le forme di abusivismo, che a Venezia ha raggiunto ormai livelli intollerabili creando una situazione di degrado della città.
Altro che i venditori regolari, di cui qualcuno vorrebbe fare un capro espiatorio.
Un binomio molto pericoloso per le implicazioni di natura economica e sociale connesse, divenuto ormai un problema di ordine generale e di sicurezza per le conseguenze che ciò comporta anche in materia di ordine pubblico.
Un fenomeno in mano a bande multietniche organizzate in maniera organica, in modo da vendere l'articolo giusto al momento giusto: fiori e giocattoli con il sole, ombrellini e impermeabili quando piove e, essendo a Venezia, stivali usa e getta con l'acqua alta – più getta che usa visto che fatti due passi lo sprovveduto che li ha acquistati si trova con i piedi a mollo.
Ma a parte l'ironia, è sotto gli occhi di tutti che un'organizzazione di questo tipo significa avere a disposizione magazzini dove stoccare la merce e magazzinieri che la distribuiscono esercitando la funzione di grossisti, con regole commerciali fuori da ogni norma. Una concorrenza sleale a scapito degli operatori commerciali regolarmente autorizzati che debbono sostenere pesanti costi di gestione – basti pensare al solo costo degli affitti a Venezia – previdenziali, fiscali e di tributi locali oltre al peso di questa crisi economica che sembra non aver fine.
Ma è sbagliato pensare che a Venezia il problema sia relegato all'abusivismo di strada – fortemente presente peraltro nel centro storico data la specificità di Venezia legata alla morfologia stessa della città – che è stato stimato in un 5% dal Comandante della Polizia Municipale nel suo intervento alla seduta del Consiglio Comunale dello scorso giugno dedicata all'abusivismo.
Basta fare un giro per le calli veneziane per vedere il proliferare dei negozi “tutto a 1 euro” e le catene di negozi di borse, gestiti per la maggior parte da cinesi, negozi con lo sconto perenne del 50%, che in assenza di controlli sono tornati a coprire le vetrine con i loro cartelli che pubblicizzano lo sconto in barba a tutte le regole in materia di pubblicità.
E non occorre essere imprenditori per capire che i conti non tornano e che magari qualche controllo in più sulla regolarità della merce venduta, delle autorizzazioni e non da ultimo del personale occupato contribuirebbe a regolare il comparto commerciale veneziano oggi fortemente in crisi.
Una concorrenza sleale che sta portando alla chiusura in città di negozi storici e tradizionali, già pesantemente colpiti dalla crisi, con gravi conseguenze anche sull'occupazione.
Tornando al tema dell'abusivismo, dobbiamo rilevare che l'ampliamento delle tipologia degli articoli contraffatti e delle presenze di venditori abusivi hanno raggiunto oggi una densità che ha superato quella soglia di sopportabilità e quell'equilibrio che, nonostante tutto, in questi vent'anni la città di Venezia in qualche modo aveva subito controvoglia.
Come abbiamo già denunciato all'assemblea pubblica promossa dalla Confcommercio di Venezia Centro Storico lo scorso aprile, alle risse per il controllo del territorio si accompagnano spesso e volentieri episodi di intimidazione nei confronti dei commercianti . In qualche caso si è arrivati anche alle minacce fisiche e non ultimo alle aggressioni.
Episodi che preoccupano per la loro frequenza e che dimostrano che non è solo un problema di concorrenza sleale e di abusivismo commerciale ma è diventato oramai una questione di ordine pubblico e di lotta alla criminalità organizzata.
Sono rimasto molto colpito da una ricerca effettuata recentemente dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con le Associazioni dei Consumatori sull'atteggiamento dei consumatori nei confronti del fenomeno contraffazione.
Colpito perché è una conferma di una percezione che come Confcommercio locale già avevamo ed è quella che per la maggior parte dei consumatori il fenomeno dell'abusivismo viene considerato una specie di “ammortizzatore sociale”, che in qualche forma da un sostentamento agli immigrati regolari ed irregolari allontanandoli da altre forme di delinquenza.
Non tenendo conto delle 400 partite iva che quest'anno hanno già chiuso e per le quali non ci sono ammortizzatori come per i lavoratori e della disoccupazione giovanile che oggi tocca ben il 40% del totale dei disoccupati, che ha raggiunto ormai il 12%.
E per fortuna che da noi a Venezia, grazie alla risorsa turismo, si riesce a tenere la disoccupazione a livelli ancora sopportabili.
In realtà, i dati ufficiali che ci vengono forniti dimostrano in maniera chiara che l'universo contraffazione è un fenomeno criminale gestito in modo imprenditoriale da gruppo criminali organizzati capaci di manovrare e sfruttare proprio le fasce più deboli e bisognose.
Altro dato emerso dalla ricerca è che il consumatore è consapevole di acquistare un prodotto contraffatto e, dato a nostro avviso ancora più preoccupante, ben il 95% degli intervistati sa che il prodotto potrebbe avere ripercussioni sulla salute.
Cosa fare?
Abbiamo visto che le sanzioni non vengono pagate o perché il venditore si è reso irreperibile o perché indigente con - la beffa oltre il danno - di un costo a carico dell'Amministrazione Comunale per il servizio recapito affidato ad esterni, che per il solo 2012 si può quantificare in circa 60 mila euro.
Occorre quindi trovare un altro strumento che possa fungere da deterrente, intervenendo per esempio sul rinnovo del permesso di soggiorno, subordinando il rinnovo ad un comportamento rispettoso delle norme vigenti e nello specifico a quelle relative all'attività commerciale.
A nostro avviso manca, allo stato attuale e nonostante i continui e pressanti richiami delle organizzazioni imprenditoriali e di categoria una visione d'insieme, una consapevolezza del rischio che corre l'economia delle imprese, una conoscenza del fenomeno che ha avuto un fortissimo sviluppo rispetto ad alcuni anni fa.
Diventa perciò necessaria una maggiore concertazione sulle politiche di prevenzione a tutti i livelli, nazionali e territoriali. Con il coinvolgimento anche delle categorie che possono portare la loro esperienza e la conoscenza capillare del fenomeno.
Da ultimo e non meno importante si deve continuare a puntare su una sistematica informazione, intensificando ogni iniziativa atta a provocare un cambiamento culturale che renda nel tempo il potenziale acquirente sempre più sensibile alle conseguenze che il prodotto contraffatto e la vendita abusiva comporta.
Per questo motivo vedo positivamente la campagna di informazione “VERO/FALSO” che il Comune di Venezia sta effettuando nell'ambito delle iniziative previste dal Protocollo d'Intesa in materia di contraffazione e vendita abusiva di prodotti sottoscritto nel maggio 2011 dalla Prefettura di Venezia, gli Enti locali, le Forze dell'Ordine, le Istituzione e le Associazioni di Categoria.
Campagna che prevede il coinvolgimento delle scuole in incontri a tema e dei cittadini a cui trasmettere attraverso spettacoli il messaggio.
Visti gli enormi interessi economici che la contraffazione e l'abusivismo in generale muovono, non ci illudiamo che il fenomeno possa essere azzerato senza un intervento sulle attuali norme europee e nazionali.
E' possibile però ricondurre il fenomeno dell'abusivismo a dimensioni marginali e perciò sopportabili.
Perché questo accada, bisogna che le Istituzioni preposte al controllo del territorio attuino azioni conseguenti, fra le quali per esempio il presidio permanente del territorio.
Bisogna fare presto però, non si può più aspettare, perché Il binomio crisi e abusivismo sta creando una polveriera che rischia di scoppiare.